La Scuola

La scuola di surf in Campania

La prima scuola federale di surf a Napoli

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Corsi di surf

I corsi sono tenuti dai nostri istruttori qualificati ISA e FISW muniti di brevetto di salvataggio, da corsi di primo livello a corsi avanzati.

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Corsi di sup

I corsi si dividono in lezioni in acqua piatta e mossa, per sviluppare equilibrio ed una discreta acquaticità e capacità di muoversi tra le onde.

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Surfcamp

Durante l’arco di tutto l’anno, organizziamo surf trip all’estero come Srilanka, Marocco e Maldive, per chi sogna di inseguire l’onda perfetta.

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West Side Surf Club

Chi siamo

L’associazione sportiva dilettantistica West Side Surf Club promuove lo sviluppo e la pratica del Surf a Napoli attraverso un progetto che dia la possibilità a tutti di avvicinarsi al mondo del surf, ma soprattutto del mare, vissuto davvero, in tutte le stagioni e nel rispetto delle sue regole. Un percorso ed un obiettivo anche e soprattutto formativo che mira a far comprendere sopratutto alle nuove generazioni, ma anche alle più vecchie, uno stile di vita sano e sportivo, fatto di mare e vento, sole e sabbia; il tutto nella meravigliosa cornice paesaggistica della regione Campania. L’associazione è affiliata al Coni ed alla federazione italiana Surf la FISW Surfing.

132

Iscritti al club

10

Professionisti del surf

12

Mesi di surf all'anno

West Side Surf Club

Le attività

Le attività si svolgono a Napoli ed in tutta la Campania, con particolare riferimento alla sede ufficiale della scuola di surf presso il Lido Verde (Via Domitiana, km.38.800, 81030 Località Ischitella – Castelvolturno CE), ma anche in Cilento ad Acciaroli e Castellabate (SA), dove si svolgono attività durante la stagione balneare in aggiunta alla sede del Lido Verde.

La regione Campania, grazie alle sue bellezze naturali, paesaggistiche, culturali ed enogastronomiche, attrae appassionati da ogni parte d’Italia e d’Europa durante il corso di tutto l’anno, grazie al suo clima  pressoché mite e temperato anche nei mesi invernali. Anche d’inverno, infatti, le temperature difficilmente scendono al di sotto dei 10 gradi centigradi, la temperatura dell’acqua è intorno ai 15/16 gradi e le nostre località balneari godono di una sorta di microclima (anche nei mesi più freddi in giornate soleggiate la temperatura facilmente arriva a sfiorare, se non superare, i venti gradi centigradi) che consente la pratica del surf per 12 mesi all’anno.

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West Side Surf Club

La tutela ambientale

Anche westside si sta muovendo per contribuire a migliorare questo stato di cose organizzando, giornate di pulizia della spiaggia e sensibilizzando i più piccoli sulla salvaguardia dell’ambiente che ci circonda.

Nostro modello è sicuramente la Surfrider Foundation è una fondazione di appassionati di surf e degli sport acquatici, attiva in tutto il mondo per la tutela ambientale. La fondazione organizza, infatti, proprio giornate di sensibilizzazione e di pulizia dei mari e delle spiagge, che chiamano “Ocean Initiatives” in occasione delle quali, oltre che fare pulizia sulle spiagge, vengono raccolti dati scientifici. Per esempio, si è osservato come fra il 60 e l’80% dei rifiuti recuperati sono di materiale plastico (bottiglie, sacchetti etc.). C’è poi anche la piaga delle cicche di sigaretta buttate sulle spiagge e un altro problema è quello dei cotton fioc che la gente getta nei wc e finiscono poi nelle acque del nostro continente. Proprio per evitare questi comportamenti sbagliati, le Ocean Initiatives si stanno concentrando sul cambiamento comportamentale.

In Giappone si occupano di scorie nucleari, in Marocco di rifiuti gettati in mare, in Europa (dove si contano circa 110 mila simpatizzanti ed oltre 10 mila membri –  non tutti sono surfisti però, ci sono anche appassionati di kayak e canoa o di immersioni e semplici amanti del mare) si punta su pulizia delle spiagge e campagne contro cicche e cotton fioc gettati in acqua. Si occupano, inoltre, della qualità delle acque balneabili, dei rifiuti in mare, dell’inquinamento causato dai trasporti marittime e dalle infrastrutture quali piattaforme petrolifere, dell’impatto dei gas di scarico delle navi, della cementificazione delle spiagge e dei litorali e, da ultimo, di un aspetto abbastanza originale che è la valorizzazione del surf come patrimonio dell’umanità. E’ addirittura in corso presso l’Unesco una vera e propria lotta perché riconosca le peculiarità del surf che è anche uno stile di vita e ha una precisa identità culturale.

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Westside Surf Club

La tutela ambientale

L’intero mondo del surf vive in stretta correlazione con la tutela ambientale visto che il legame tra il surfista e la natura va al di là della mera pratica sportiva ma porta i praticanti a vivere a pieno l’ambiente che li circonda.

Nel nostro piccolo anche noi ci stiamo muovendo per contribuire a migliorare questo stato di cose. Organizziamo periodicamente delle giornate di pulizia della spiaggia, quotidianamente seguiamo comunque la regola del “3”: non lasciare la spiaggia senza prelevare almeno tre oggetti di plastica abbandonati!

Nostro esempio principale è la Surfrider Foundation è una fondazione di appassionati di surf e degli sport acquatici, attiva in tutto il mondo per la tutela ambientale. La fondazione organizza, infatti, proprio giornate di sensibilizzazione e di pulizia dei mari e delle spiagge, che chiamano “Ocean Initiatives” in occasione delle quali, oltre che fare pulizia sulle spiagge, vengono raccolti dati scientifici. Per esempio, si è osservato come fra il 60 e l’80% dei rifiuti recuperati sono di materiale plastico (bottiglie, sacchetti etc.). C’è poi anche la piaga delle cicche di sigaretta buttate sulle spiagge e un altro problema è quello dei cotton fioc che la gente getta nei wc e finiscono poi nelle acque del nostro continente. Proprio per evitare questi comportamenti sbagliati, le Ocean Initiatives si stanno concentrando sul cambiamento comportamentale.

In Giappone si occupano di scorie nucleari, in Marocco di rifiuti gettati in mare, in Europa (dove si contano circa 110 mila simpatizzanti ed oltre 10 mila membri –  non tutti sono surfisti però, ci sono anche appassionati di kayak e canoa o di immersioni e semplici amanti del mare) si punta su pulizia delle spiagge e campagne contro cicche e cotton fioc gettati in acqua. Europa per la protezione del mare e nella lotta all’inquinamento marino. Si occupano, inoltre, della qualità delle acque balneabili, dei rifiuti in mare, dell’inquinamento causato dai trasporti marittime e dalle infrastrutture quali piattaforme petrolifere, dell’impatto dei gas di scarico delle navi, della cementificazione delle spiagge e dei litorali e, da ultimo, di un aspetto abbastanza originale che è la valorizzazione del surf come patrimonio dell’umanità. E’ addirittura in corso presso l’Unesco una vera e propria lotta perché riconosca le peculiarità del surf che è anche uno stile di vita e ha una precisa identità culturale.